Si estende la rete nazionale fondata da Enea aperta ad aziende, gruppi istituzionali, universo scientifico per il potenziamento dell’agrivoltaico sostenibile, ovvero, produrre energia pulita grazie al fotovoltaico senza sciupare i terreni coltivabili ma rendendoli più produttivi. La rapida evoluzione del fotovoltaico, è stata agevolata dalla presenza di tecnologie all’avanguardia e studi innovativi. Anche se la scalata verso la net-zero del settore energetico è ancora lunga, il progresso dell’agrivoltaico potrebbe essere uno stimolo positivo per raggiungere gli obiettivi climatici europei previsti per il 2050.
Per un operatore agricolo, ricorrere all’agrivoltaico, significa unire due vantaggi in uno: produrre energia pulita coltivando allo stesso tempo i terreni. Fino ad ora, la presenza di regole poco chiare e indefinite, ha sconfortato gli operatori del settore nell’attuare investimenti in questo ambito. Con lo scopo di fornire un quadro più chiaro sulla questione diffondendo realmente la tecnologia in Italia, è nata la Rete Agrivoltaico sostenibile promossa a maggio 2021 da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). Oggi hanno aderito alla rete più di 600 enti, confermando il grande successo ottenuto dall’Agenzia.
Qual è la funzione della Rete Enea? Fornire linee guida, chiarire norme, diffondere conoscenze per chi vuole combinare produzione di energia sostenibile da fotovoltaico e agricoltura tutelando l’ambiente e la biodiversità.
Tratta bene l’argomento Alessandra Scognamiglio direttrice del centro Enea di Portici, rappresentante della Task Force Agrivoltaico Sostenibile ENEA e prima leader italiana che sarà a capo della WCPEC 2022, l’evento di maggior rilevanza sul fotovoltaico a livello mondiale che avrà luogo a Milano dal 26/09/2022 al 30/09/2022.
Secondo la sua opinione, è necessario definire un complesso di norme comprensibile e conciso che promuova e spieghi i vantaggi e le opportunità del binomio agricoltura-fotovoltaico per incoraggiare gli operatori agricoli ad effettuare i giusti investimenti. Secondo le stime, basterebbe adibire l’1% del terreno coltivabile europeo ad agrivoltaico, per soddisfare un terzo del fabbisogno elettrico dell’UE. In Italia, si attendono ancora leggi chiare e semplificazioni nell’acquisizione delle autorizzazioni per l’installazione degli impianti.
Gli specialisti di Enea, insieme a quelli del Gse, del RSE e del Crea, hanno stabilito, sotto la guida del MiTE, le caratteristiche essenziali che devono avere gli impianti fotovoltaici per essere definiti agrivoltaici. Le linee guida sono valide per tutti i tipi d’impianto, da quelli più evoluti che possono beneficiare degli 1,1 miliardi di euro stanziati dal PNRR per l’implementazione di 1,04 GW di potenza, a quelli minori che possono comunque contribuire allo sviluppo del settore.
Un impianto agrivoltaico può essere definito tale, quando i pannelli solari vengono collocati al di sopra di apposite strutture che rialzano l’impianto da terra, quando non interferisce con le attività agricole e pastorali, quando prevede l’integrazione di software per monitorare gli effetti dell’installazione dei pannelli solari sulle coltivazioni, il risparmio dell’acqua e la resa agricola per ogni varietà di coltura.
Diversamente per l’Agrisolare, che si riferisce esclusivamente all’installazione di pannelli solari sui tetti di edifici agricoli, le risorse previste dal PNRR corrispondono a 1,5 miliardi di euro.
L’aumento dei costi energetici rappresenta uno dei maggiori sgravi che le imprese agricole devono affrontare; per mezzo dell’agrivoltaico, è possibile contrastare la povertà energetica e rendere più redditizia la propria attività. È stato appurato che i pannelli solari portano numerosi benefici alle colture circostanti, in quanto sono capaci di proteggerle dalla siccità consentendo di risparmiare grandi quantità d’acqua e permettendo alle aziende agricole una crescita economia esponenziale.
Anche se il fotovoltaico ha fatto grandi progressi, per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione previsti al 2050, è necessario uno slancio maggiore. La combinazione tra fotovoltaico e agricoltura può essere utile in questo senso. Bisogna adottare soluzioni capaci di conciliare i benefici del fotovoltaico con la produzione agricola.
Installare impianti su terreni coltivati senza danneggiare le colture e il paesaggio, rappresenta una delle sfide più importanti per ridurre le emissioni di gas serra sulla Terra e combattere il climate change.