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Cooperazione internazionale: crescita condivisa come scopo condiviso

Paolo Patrizio: “Occorre andare oltre i confini”

In questo momento particolare di crisi globale a livello economico, geopolitico, sanitario, lavorativo e finanche relazionale, il tema della cooperazione internazionale e dell’integrazione come portale tra mondi appare oltremodo centrale. La Redazione di Green Company Magazine ne ha parlato con l’avvocato Paolo Patrizio, Segretario Generale del Consiglio Internazionale di Cooperazione Italo Arabo.

Segretario, come vede Lei la situazione attuale?

Oggi il mondo si trova nuovamente dinanzi ad un bivio, posto che le emergenze multilivello di matrice globale, che hanno colpito duramente e con varia intensità ogni angolo del Pianeta, hanno segnato, indubbiamente, un punto di reset. Siamo, dunque, chiamati a compiere scelte di fondo da cui dipenderanno le sorti dell’immediato presente e, finanche, del prossimo futuro, perché, in fin dei conti, la biforcazione che si apre dinanzi al nostro incedere ammette una sola direzione di marcia ed esclude qualsivoglia possibilità di ripensamento o di retrocessione d’intenti.

Abbiamo, quindi, di fronte a noi due scelte. Possiamo adoperarci per aumentare il nostro livello di cooperazione, interconnessione ed integrazione internazionale in vista dell’accrescimento collettivo, grazie alla forza motrice di uno scopo condiviso e che non ammette confini. Oppure possiamo arretrare in logiche isolazionistiche di matrice apparentemente conservatrice di interessi settorializzati, correndo il rischio di determinare il dilagare di fenomeni recessivi di vastissima portata, con conseguente tracollo delle economie più deboli e simultaneo accrescimento delle tensioni a livello internazionale ed interno.

Che ruolo gioca in tale contesto la cooperazione internazionale?

Scriveva (John Stuart Mill) che “Non c’è prova migliore del progresso di una civiltà che il progresso della cooperazione”. Appare innegabile, invero, come la proliferazione di una cooperazione internazionale estesa, che si instauri all’interno di un processo di complessivo miglioramento del quadro geopolitico, possa notevolmente contribuire all’ampliamento dell’orizzonte condiviso di stabilità, di pace, di crescita diffusa, permettendo di giungere ad un’effettiva integrazione di sistemi, comparti e persone su ampia scala.

Le logiche dell’interdipendenza economica, ambientale e sociale che permeano tutti i contesti intercontinentali ci portano, invero, a comprendere come il mondo globalizzato assurga sempre più ad unica nazione. In tale momento di interconnessione profonda, dunque, diventa necessario identificare modelli alternativi, che sappiano avvicinare e preservare le differenti culture, le tradizioni e le proprietà intellettuali favorendo al contempo l’integrazione, la crescita sociale, la promozione umana e il mantenimento della pace. Dobbiamo lavorare su di una moderna concezione dell’apporto cooperativo, come mix di empowerment e dialogo, in effettiva attualizzazione dei principi di reciproca fiducia, mutuo sostegno, mutuo vantaggio e biunivoca prosperità.

Come è possibile colmare le distanze che spesso ci separano?

Ciò che conta davvero, in fin dei conti, non è la misurazione più o meno esatta della distanza intercorrente tra due posizioni, quanto piuttosto l’effettiva presa d’atto dell’esistenza di tale spazio di separazione, quale primo presupposto fondativo della possibilità del ricorso al profilo cooperativo, proprio in funzione riempitiva del gap. È solo attraverso l’accettazione della distanza che la nostra conoscenza dell’altro si affina, facendo sì che il divario tra mondi diventi occasione e strumento prioritario di conoscenza ed, al contempo, opportunità di apprendimento accrescitivo.

La riduzione delle distanze, allora, diviene il primo tassello indispensabile ma non ancora sufficiente per il raggiungimento del giusto step di cooperazione. Serve altro, un quid pluris. La storia, in realtà, ci insegna che dopo lo step di reciproca contaminazione, dopo l’accettazione delle diversità, occorre lavorare sulla condivisione della prospettiva dell’insussistenza di un’assolutezza di giudizio, così da abbandonare quegli elementi divisivi frutto di una pretesa primazia culturale, figlia di una impostazione dominatrice di antico conio e che mal si concilia con le moderne prospettive della cooperazione internazionale del XXI secolo.

Quale è l’obiettivo di una effettiva cooperazione internazionale?

L’obiettivo finale della migliore cooperazione del prossimo futuro dovrà essere talmente penetrante e paradossale da apparire, a tratti, evanescente ed impercettibile: lo scopo ultimo della cooperazione, infatti, sarà quello di diventare inutile, di scomparire, lasciando spazio ad un sistema di inclusione radicalizzata, in cui dovranno ritenersi annullate le distanze e dovranno invece risultare persistenti le sole espressioni di co-operatività alla pari. In questo percorso di progressivo empowerment si incastreranno le sorti degli abitanti della Terra, per arrivare, infine, alla percezione più vera del concetto intimo di cooperazione ed inclusione, sintetizzabile, in conclusione, nell’estensione della migliore proiezione umana al di là del proprio io, come un vero e proprio portale tra mondi o realtà parallele, destinate a fondersi in una dimensione senza tempo chiamata umanità.

Paolo Patrizio, Avvocato Cassazionista, Segretario Generale del Consiglio Internazionale di Cooperazione Italo Arabo, nonché Giudice Arbitro presso la Camera Arbitrale Internazionale e Capo di Gabinetto di Meritocrazia Italia. Professore presso l’Università Internazionale della Pace delle Nazioni Unite – Roma (Upeace N.U) e Direttore Scientifico locale de “IL GIUSLAVORISTA.IT” per GIUFFRE’ Francis Lefevbre Editore, è al contempo Professional Partner, Autore e Formatore per il Sole 24 Ore.

Inserito nel 2022 dalla rivista Forbes tra i 100 top Professionals ed indicato dal Sole 24 Ore e da Statista tra gli Studi Legali dell’anno 2022, dopo essere stato premiato dalle Fonti Awards come migliore Boutique d’eccellenza dell’anno 2021 in Fintech e dell’anno 2020 in diritto del lavoro, è coautore dei volumi “Il Covid 19 e l’impatto sull’economia italiana”, giugno 2022, Edizioni Universitalia, “BASIC INCOME Means for the eradication of extreme poverty or basis of a new world order”, Edito dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università internazionale della Pace Roma, April 2021, “FINTECH The new frontier of the financial offer”, Edizioni Onthewave, 2020, Roma.


Tratto dalla rivista Green Company Magazine (volume 9) – vedi anche tutti i numeri della rivista