La meritocrazia nel nostro Paese appare un valore dimenticato, sommerso, non riconosciuto e schiacciato dal peso di anni di nepotismo, clientelismo, raccomandazioni e di favoritismo riservato ai soliti noti. Dai dati del Meritometro 2021 (strumento di misurazione del merito nei paesi europei, messo a punto dal Forum della Meritocrazia con la collaborazione dell’Università Cattolica di Milano) l’Italia appare così fanalino di coda nel sistema di valutazione della premialità del merito.
Green Company Magazine ne ha parlato con l’avvocato Paolo Patrizio, Capo di Gabinetto di Meritocrazia Italia, movimento culturale di cittadinanza attiva che, comparso sulla scena da appena un triennio, fa del merito e dell’equità sociale i propri valori di riferimento.
Avvocato, perché il nostro Paese si colloca agli ultimi posti nella valorizzazione del merito?
L’Italia, purtroppo, è diventata, nel tempo, una società fortemente ineguale, caratterizzata da una bassissima mobilità sociale oltre che da una pressoché totale assenza di regole certe e finalisticamente orientate.
Lo Stato sembra aver abdicato alla propria funzione di riattivazione di quel meccanismo di c.d. “ascensore sociale”, che oramai rappresenta un miraggio nel nostro Paese, consentendo l’ampia diffusione della logica dell’occasione a tutti i costi e dell’individualismo più sfrenato, in cui i più furbi e scaltri dominano le masse, con evidente detrimento del benessere economico e sociale del Paese.
È indubbio che in un quadro di accresciuta insofferenza, la politica ha un ruolo importantissimo di riequilibrio sociale. Eppure, l’eterno strumentale disaccordo sui problemi distrae l’attenzione dalle priorità, e, in una campagna elettorale costante, fatta di slogan che puntano alla pancia dei cittadini e alla fine seminano null’altro che delusione, le debolezze restano ignorate e i diritti di molti sono sacrificati all’interesse di pochi. Questo aggiunge disagio al disagio, e genera quella disillusione e quella sfiducia che portano alla resa, e fanno perdere la forza di indignarsi.
Per il merito e le competenze sembra restare davvero poco spazio, perché il desiderio di affermazione di sé rende ciechi alle opportunità che una giusta valorizzazione dei talenti, qualunque essi siano, potrebbe procurare all’intera collettività, se correttamente declinati in termini di funzionalità sociale e di equità sostanziale.
Per molti la meritocrazia è un concetto elitario, è d’accordo?
È comprensibile il riferimento di molti all’immediato dato semantico che riconduce il termine “meritocrazia” ad una sorta di oligarchia dei bravi, determinando una spontanea accezione negativa ed elitaria della locuzione. Letto così il fenomeno, sembra meno lontana dal giusto la posizione di chi scorge, nella selezione sulla base dell’intelligenza e del talento, il germe di una divisione sociale in sé inaccettabile. Ma se, invece, il concetto viene declinato nell’accezione promossa da Meritocrazia Italia, ovvero mediante l’inossidabile binomio della tutela del merito e dell’equità sociale, il termine ed il valore stesso della meritocrazia cambia completamente. Noi intendiamo la democrazia come partecipazione, inclusione, solidarietà e l’equità sociale non va considerata un onere da sostenere, ma un fattore sinergico di sviluppo umano ed economico e di partecipazione autenticamente democratica. Nessuno deve essere lasciato indietro e la libertà di ognuno sarà tanto più effettiva quanto più i diritti di tutti saranno garantiti. Vorremmo che a ciascuno fosse garantita la libertà di realizzarsi secondo i propri talenti e le proprie inclinazioni, senza distinzioni di genere o di provenienza sociale, perché il vero problema non è la povertà o la dimensione di partenza, ma la mancanza di opportunità, ben consapevoli che l’estensione dei diritti di cittadinanza è parte costitutiva di una concezione moderna della crescita, che vada oltre i soli parametri economici.
La meritocrazia, allora, non viene intesa come fredda distribuzione delle opportunità in base ai meriti, ma, all’opposto, come valorizzazione intrinseca delle particolari capacità e attitudini, per consentire il miglior sviluppo della personalità di ciascuno a vantaggio anche della collettività.
Il termine assume così una dimensione non individualistica, ma solidaristica e redistributiva, come strumento di effettiva emancipazione sociale, a prescindere dalle condizioni di censo, razza, provenienza, estrazione, che consente di intervenire sull’effettività dei diritti sociali che mirano a rendere meno grande la diseguaglianza tra chi ha e chi non ha, mettendo un numero di individui sempre maggiori in condizione di essere meno diseguali rispetto a individui più fortunati per nascita e per condizione sociale.
Non basta, infatti, che siano tutti ammessi a partecipare alla gara se la gara è falsata perché non tutti sono posti nelle condizioni di mettere a frutto le proprie potenzialità. Ecco allora che serve rimuovere le condizioni economiche e sociali che rendono diseguale la possibilità di ciascuno di realizzare le proprie aspirazioni. Perché garantire l’uguaglianza vuol dire valorizzare, non rimuovere le differenze; perché non esiste il merito, ma esistono i meriti e perché ognuno ha talenti diversi, ma nessuno deve restare indietro.
Citando Baricco, è essenziale “lasciare che i più veloci vadano avanti, a creare il futuro, riportandoli però tutte le sere a cenare al tavolo dei più lenti, per ricordarsi del presente”.
Come è nata Meritocrazia Italia?
Meritocrazia Italia è nata con l’intento di dare vita ad un progetto aggregativo, fondato sulla valorizzazione del merito, della formazione, dell’equità e dell’impegno sociale ed ambientale, convinti che sia giunto il momento di offrire un messaggio di speranza e disponibilità, ripartendo da una concreta rivoluzione culturale e dalla riaffermazione di un saldo sistema valoriale di base. La sfida che Meritocrazia Italia intende raccogliere è quella di canalizzare la competenza e l’impegno al servizio della cosa pubblica, grazie all’impegno di tutti coloro che credano sia possibile operare insieme, contro nessuno e per il bene comune, per creare una società equa e giusta, meritevole ed aperta, che consideri le persone in base alle loro qualità, che rimuova gli ostacoli economici e sociali, che premi il merito e non i privilegi, che abbandoni le logiche disegualitarie, clientelari e classiste, per dare spazio alla piena estrinsecazione dell’individuo nel contesto sociale di base e di riferimento.
L’Italia merita concretezza e verità. Merita che si ritorni a discutere dei problemi reali e che si lavori in maniera seria e in sinergia a un equilibrio di stabilità; che si mettano da parte questioni che poco hanno a che fare con i bisogni dei cittadini. È essenziale che la tutela della Persona ritorni al centro dell’agenda politica, in ogni ambito e che si torni ad un impegno reale nella costruzione delle premesse alla ripartenza con organizzazione di qualità e programmazione, così da smettere di essere in costante ritardo sul progresso. Meritocrazia Italia si prefigge, dunque, l’obiettivo ambizioso di riportare equilibrio, combinando sensibilità diverse, ridando vita a valori forti già esistenti e prestando ascolto a chi ne invoca di nuovi, per favorire il dialogo tra pensieri divergenti, al fine di fornire la soluzione più ragionevole, adeguata e congrua a problemi concreti.
Dare il proprio apporto concreto al recupero della stabilità è oggi più importante di ieri, perché più forte è il bisogno di ripristino dell’equità sociale. La missione è difficile e impone il sacrificio di ambizioni personali e individualismi. Ma la sfida è affascinante e merita di essere colta.
È, infatti, essenziale recuperare la voglia del confronto e la disponibilità a mettere in condivisione visioni e pensieri, perché la stabilità può realizzarsi soltanto rimuovendo acredini e litigiosità e rifuggendo ogni alibi e ogni tentazione di dismettere le responsabilità. Nell’epoca del rancore, quando ad avere il sopravvento è l’ozio della critica e la delusione per la deriva politica, sociale ed economica, che corrode anche la forza dell’indignazione, la vera rivoluzione è nel riscatto di un impegno sociale che sappia porsi a beneficio di tutti e contro nessuno, perché la riconquista del benessere collettivo è gioco di squadra e responsabilità comune e serve un maggiore apporto della cittadinanza per realizzare un sistema effettivamente democratico. Contro l’idea di un benessere raggiungibile soltanto per le vie di misteriose scorciatoie, Meritocrazia Italia preferisce lavorare alla costruzione di autostrade accessibili a tutti, perché la dimensione partecipativa della libertà è conquista continua e perché come disse una volta Thomas Edison “il valore di un’idea sta nel metterla in pratica”.
La foto ritrae Paolo Patrizio, Capo di Gabinetto di Meritocrazia Italia ed a destra Walter Mauriello, Presidente Nazionale di Meritocrazia Italia.
L’Associazione è presente sull’intero territorio nazionale ed è attualmente articolata su a) Coordinamenti regionali e provinciali, ai quali è affidato il compito di tenere l’interlocuzione con le realtà locali, con enti, associazioni, gruppi di interesse e singoli cittadini; b) 25 gruppi di studio, organizzati in Ministeri e singoli Dipartimenti, diversificati per settori di interesse e volti alla elaborazione di comunicati, disegni di legge, studi ed approfondimenti tematici, documenti di riforma e memorandum d’azione. La sede nazionale di Meritocrazia Italia è a Roma. Tutti i lavori e le iniziative sono visibili sul sito www.meritocrazia.eu e sulle pagine social l’Italia che merita.
Tratto dalla rivista Green Company Magazine (volume 7) – vedi anche tutti i numeri della rivista