«Quanti sprechi in agricoltura»
La denuncia di Aceper: «Il terreno irrigato anche quando non ce n’è bisogno»
Alle campagne la carenza d’acqua è costata l’anno scorso 6miliardi di euro. Quest’anno il rischio, secondo Coldiretti, è di fare persino peggio, con crolli produttivi stimati da Cia-Agricoltori italiani compresi tra il 10 e il 30%. Colpa della siccità, certo, ma anche dello spreco. Come sottolinea l’Istat, nel 2020 le perdite nelle reti comunali potrebbero soddisfare «le esigenze idriche di oltre 43 milioni di persone per un intero anno». Insomma, i margini di miglioramento sono ampi. Soprattutto nel settore agricolo.
Tra il 2015 e il 2019, in Italia, su un fabbisogno annuo di 30miliardi di metri cubi, ben il 56% è stato assorbito dall’agricoltura, mentre il 31% dagli usi civili e il 13% da quelli industriali. Appare evidente, quindi, che se si vuole risparmiare, bisogna partire dalle coltivazioni. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Viterbo insieme ad Aceper (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili) su un campione di 700 aziende, il 70% degli agricoltori italiani si basa sulla propria esperienza per irrigare i campi.
«Con questa tecnica, che noi abbiamo chiamato “Finger Test”, si spreca tra il 30 e l’80% delle risorse idriche» spiega a Libero la presidente di Aceper, Veronica Pitea.
«Ciò significa che stiamo sprecando dagli 8 ai 10 miliardi di metri cubi d’acqua tutti gli anni. Il terreno, infatti, spesso viene irrigato anche quando non ce n’è bisogno. È impensabile che nel 2023 l’agricoltura sia ancora a questo punto, visti anche i problemi di siccità che abbiamo avuto l’anno scorso e che continuiamo ad avere quest’anno».
Leggi qui l’articolo completo di Libero del 23/03/2023
“Fonte Libero”