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Rinnovabili e materie prime critiche avanzano, tra le perplessità del comparto

Passi avanti anche per Ricostruzione post calamità e Piano Mattei

Una settimana che in ambito energia ha visto protagonista l’approvazione in via preliminare del Consiglio dei ministri dello schema di decreto legislativo in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, noto anche come Testo Unico Rinnovabili.

Intanto al Senato viene approvato in via definitiva il ddl di conversione, con modificazioni, del d-l n. 84 sulle materie prime critiche di interesse strategico.

Materie prime critiche al Senato

Tre le integrazioni approvate la possibilità dal 1° gennaio 2025, il GSE prevede, nell’ambito delle istruzioni operative, “due finestre temporali annuali di durata pari a sessanta giorni, entro le quali i soggetti responsabili degli impianti possono comunicare allo stesso GSE la scelta di partecipare a un sistema collettivo. Le procedure per l’invio della documentazione di adesione ai sistemi collettivi sono indicate nelle stesse istruzioni operative”.

Il Critical Raw Materials Act ha individuato complessivamente 34 materie prime critiche. Tra di esse, 16 sono considerate strategiche. Alla questa lista i co-legislatori europei hanno concordato di aggiungere all’elenco di materie strategiche anche l’alluminio, arrivando così a 17.

Inoltre il testo sottolinea la necessità che la valutazione dell’interesse strategico nazionale dei progetti minerari tenga conto “dell’effettiva sussistenza di un fabbisogno nazionale della materia prima oggetto dei progetti stessi, che devono essere correlati a filiere strategiche del made in Italy, e dell’estensione dell’ambito di applicazione dei progetti di estrazione anche alle fasi, da svolgere nel territorio nazionale, della raffinazione e della trasfor- mazione”.

Previste anche azioni di contenimento a prevenire eventuali casi di “inerzia o di ritardo degli organi competenti al rilascio degli atti concessori o autorizzativi”.

Infine il DL prevede la realizzazione di un Registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche. A questo si andranno ad aggiungere disposizioni urgenti relative all’approvvigionamento di rottami ferrosi e di altre materie prime critiche.

Testo unico rinnovabili al CdM

Lo schema nasce sulla base di una delega Parlamentare volto a semplificare le procedure e dare ulteriore impulso verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del nostro Paese.

Il provvedimento a firma del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, del Ministro per le Riforme Istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto.

Lo schema individua i regimi amministrativi per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla realizzazione degli impianti stessi.

Diverse le obiezioni delle associazioni industriali delle rinnovabili come Coordinamneto Free e Elettricità Futura.

Anche l’Anev, associazione che rappresenta l’industria eolica sottolinea come “il testo approvato, invece, rischia seriamente di fare un passo indietro rispetto alla situazione esistente e quindi di compromettere il già debole processo di semplificazione amministrativa e di velocizzazione delle procedure per la realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili. Non si comprende peraltro il motivo per il quale alcune innovazioni ottenute negli ultimi anni siano state messe in discussione visto che avevano dimostrato di funzionare, come ad esempio, le procedure semplificate previste per taluni interventi e tipologie di modifiche impiantistiche. L’auspicio è che le segnalazioni che l’ANEV ha potuto far pervenire e che, nelle dovute interlocuzioni parlamentari saranno ribadite, possano portare ad un miglioramento del testo il cui fine positivo deve essere utilizzato per dar piena attuazione alla politica di decarbonizzazione che il governo italiano sta perseguendo”.

Positiva invece la reazione di Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili, ACEPER, che riunisce 10.000 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, pari ad oltre 7.000 associati per una potenza installata complessiva che supera i 2 GWp. La presidente Veronica Pitea commenta difatti come l’inserimento nella PAS (procedura abilitativa semplificata), “nel silenzio assenso da parte degli enti statali coinvolti, sicuramente accorcia i tempi per la realizzazione degli impianti. Non dover più presentare nessuna comunicazione relativa alle attività in edilizia libera sicuramente permetterà un grosso risparmio di tempo e denaro al produttore”.

Aggiunge inoltre che aver dettato dei tempi specifici per l’autorizzazione unica “ci fa pensare che la volontà del Governo sia quella di costruire veloce, togliendo il più possibile dalle spalle dell’imprenditore il peso della burocrazia e dei ritardi dovuti a un sistema statale lento e poco digitale. Il ministro Pichetto Fratin aveva già preannunciato una semplificazione, apprezziamo tantissimo quando l’impegno delle amministrazioni diventa realtà e ci aiuta a semplificare e ridare fiducia a un settore che in questo momento non solo per il nostro Paese ma per tutto il mondo è di vitale importanza”.

Ricostruzione post calamità e Piano Mattei

Lunedì 5 agosto la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge S. 1162 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 2024, n. 76, recante Disposizioni urgenti per la ricostruzione post-calamità, per interventi di protezione civile e per lo svolgimento di grandi eventi internazionali (Approvato dal Senato, A.C. 1997).

Lo stesso giorno la Commissione Affari esteri ha espresso un parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di adozione del Piano strategico Italia-Africa: Piano Mattei (Atto n. 179 – Rel. Calovini, FDI).

Strumento ETS

“Il sistema per lo scambio di quote di emissioni nell’UE è uno dei principali strumenti della politica europea per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 nei principali settori industriali e nell’aviazione e, quindi, per contrastare i cambiamenti climatici. Per evitare di arrivare a un punto di non ritorno climatico, il riscaldamento globale va rapidamente invertito e possiamo farlo soltanto abbattendo le emissioni di CO2. Per questo è fondamentale che lo strumento dell’ETS sia audace, perché depotenziarlo ci espone a rischi molteplici. Ed è questo il motivo per cui, in seguito all’esame in Commissione, abbiamo dato parere favorevole allo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva europea in materia, ma ponendo precise condizioni” ha dichiarato in una nota la deputata del Movimento 5 Stelle Patty L’Abbate, vice presidente della Commissione Ambiente. “Nella nostra proposta di parere alternativa – continua L’Abbate – abbiamo chiesto: che vengano implementate le misure di sostegno fiscale o finanziario volte all’efficientamento energetico degli edifici e alla diffusione di veicoli a zero emissioni, prevedendo che le risorse derivanti dalla vendita all’asta delle quote d’emissione siano impiegate per dare attuazione al PNIEC; che i proventi delle aste siano efficacemente impiegati per misure di decarbonizzazione; che sia rivista la tassazione dei carburanti di origine fossile al fine di reinvestire il maggior gettito fiscale in tecnologie verdi e incentivi alla transizione ecologica del settore. La Commissione europea ha persino aperto due procedure di infrazione per il mancato recepimento di entrambe le direttive ETS nei termini fissati. Basta passi falsi e tentennamenti”.


Vedi qui l’articolo completo di Canale Energia del 09/08/2024