“In Italia su 1.133.006 aziende agricole soltanto 40.000 (3,5%) hanno un impianto fotovoltaico e al Bando Agrisolare non stanno accedendo abbastanza imprese (2,5% del totale) soprattutto se consideriamo quelle del sud. Basti pensare che oggi gli impianti fotovoltaici presenti nel nostro paese producono circa 2.571 MWh di energia green e il totale del consumo di energia del settore agricolo in Italia è di 10.000.000 MWh”.
È quanto afferma Veronica Pitea, presidente di Aceper (Associazione dei Consumatori e Produttori di Energie Rinnovabili).Secondo recenti ricerche di organi internazionali come il Wwf (https://www.wwf.it/uploads/Effetto-clima-sullagricoltura-2023-WWF-Italia.pdf) l’allevamento intensivo di bovini e suini oggi contribuisce in maniera evidente alle emissioni di gas serra globali che è uno dei principali motori del cambiamento climatico in atto e sta causando disastri atmosferici.Il report annuale pubblicato a fine 2023 dal Wwf, in particolare, mostra gli effetti della crisi climatica sul mercato alimentare. Dall’analisi si evince come il nostro attuale sistema alimentare è causa del 37% delle emissioni totali di gas serra, uno dei principali motori del cambiamento climatico in atto.“Fra il 2005 e il 2019 il settore agricolo italiano ha già diminuito le proprie emissioni di gas serra del 9%, ma le politiche climatiche europee (all’interno della Direttiva Eu-Ets European Union Emission Trading Scheme) hanno stabilito che l’Italia dovrà ridurle ulteriormente e del 33% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2030.
L’utilizzo di energia fotovoltaica darebbe certamente un’importante mano a tutte le aziende agricole”, ha aggiunto Pitea.Lo scorso 16 settembre il Governo ha dato il via ufficialmente al terzo Bando Parco Agrisolare 2024 dedicato alle regioni del Mezzogiorno che si chiuderà il prossimo 14 ottobre e che prevede contributi destinabili alle imprese agricole e agroindustriali che desiderano investire in energia solare fotovoltaica.“Fin qui in Italia soltanto 25mila realtà hanno aderito ai bandi legati all’agrisolare aprendo così una porta al fotovoltaico. Di certo, visti i numeri di consumo di energia che registriamo in Italia, sono dati troppo bassi rispetto al nostro fabbisogno, vorrebbe dire aumentare il consumo di energia green soltanto di 15.000 MWh circa. E ciò non è di certo sufficiente per migliorare la competitività a livello nazionale e per diminuire la pressione fiscale sugli utenti finali”, ha ammesso Pitea.I numeri sono ancor più preoccupanti se si considera il Mezzogiorno: “Abbiamo analizzato il database di Aceper che conta oltre 10mila associati in totale, sono state presentate solo 500 pratiche dalle aziende agricole, di cui solo 20 provengono dal sud Italia”, ha proseguito la presidente di Aceper.
L’Italia resta dunque indietro rispetto agli altri paesi europei nelle rinnovabili e non sta sfruttando a dovere neppure l’ultimo Bando Agrisolare aperto dal Governo: “Al momento non siamo per nulla competitivi per quanto riguarda l’energia rinnovabile. Oltre ai dati appena citati posso aggiungere che ad oggi in Italia paghiamo circa 200 euro a MWh per l’energia, mentre la Cina 80 euro. Il gas ci costa 60 euro a MWh contro i 40 della Cina e addirittura i 20 euro degli Stati Uniti. Questi numeri non sono sufficienti e il fatto che anche per il Bando Agrisolare fin qui siano state presentate soltanto 25.000 richieste, cioè solo il 2,5% delle aziende agricole (che in Italia sono più di un milione), fa riflettere. E pensare che queste imprese sono proprio quelle che ci forniscono le materie prime indispensabili per vivere”, ha chiuso Veronica Pitea